Vladimir Putin, operazione-terrore: bombardieri ipersonici e missili

Vladimir Putin non si ferma: in attesa dell’annunciata controffensiva ucraina, il Cremlino adotta la strategia del terrore, facendo volare bombardieri strategici ipersonici con capacità atomica. Minaccia, insomma, di ricorrere al nucleare. Ma non solo. Perché nella notte tra domenica 30 aprile e lunedì 1 maggio, ha anche lanciato 18 missili contro le installazioni militari proprio per rallentare la controffensiva di Kiev.

 

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In molti, come riporta Repubblica, sono tornati nei rifugi. Tra questi rientrano anche le stazioni della metropolitana a Kiev. Lo scenario diventa sempre più agghiacciante: oltre alle decine di bombardieri nucleari in volo, ci sono anche le navi in assetto da guerra sul Mar Nero e l’assalto dei droni. A preoccupare di più, però, sono i TU-160 supersonici, in grado di sganciare bombe nucleari. Il bilancio finale è di "nove Tu-95 e due Tu-160 dalla regione del Mar Caspio" con il lancio di "18 missili aerei da crociera", 15 dei quali neutralizzati.

 

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"Ci sono stati due attacchi in uno e vanno distinti", ha confidato a Repubblica Ruslan Bortnik, direttore del think tank Ukrainian Institute of Politics. Da una parte gli attacchi alle infrastrutture militari ucraine e dall’altra un messaggio all’Occidente: "La Russia può lanciare attacchi a lunghissimo raggio creando una crisi di sicurezza diretta per l’Europa e gli alleati degli Usa". Andry Yermak, numero due ucraino, ha invitato tutti a mettersi al sicuro. Il Cremlino, insomma, ha deciso di testare la reattività della difesa occidentale dopo l'attacco al deposito di carburante di Sebastopoli, in Crimea. In caso di escalation, dunque, non c'è dubbio che la Russia risponderà.  

 

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Napoli, ecco perché oggi è il giorno del trionfo

 Il Napoli deve aspettare ancora per festeggiare il suo terzo scudetto. Un titolo che può arrivare questa sera contro l’Udinese al Friuli (ore 20.45, diretta Dazn). Ai partenopei, dopo la vittoria della Lazio contro il Sassuolo, basta un pareggio per essere campioni di Italia. L’attesa si è prolungata di un altro giorno e dovrebbe arrivare contro la squadra con cui Luciano Spalletti centrò prima la qualificazione Uefa e poi una storica partecipazione alla Champions League. Udine che ha lanciato uno dei protagonisti del prossimo trionfo napoletano: il polacco Zielinski. Dove attualmente lavora, come direttore dell’area tecnica, Pierpaolo Marino che De Laurentiis chiamò come direttore generale nel 2004 quando comprò il Napoli appena fallito. Dove lavora anche, come responsabile dell’area scouting, Andrea Carnevale che da giocatore fu l’autore del gol che consegnò, il 10 maggio del 1987, il primo scudetto al Napoli nella sfida pareggiata con la Fiorentina 1-1. La vera festa però sarà domenica dopo la sfida al Maradona contro la Fiorentina.

 

Una festa pronta da una settimana e rimandata soltanto per il pareggio di Dia della Salernitana domenica scorsa. Spalletti ne è consapevole. Sa di essere ad un passo dal coronamento di una carriera cui mancava proprio lo scudetto. Lui ci scherza su e parla anche in dialetto. «Ce lo stiamo trezziando piano piano, come dicono a Napoli. Ma io ho saputo fin dall’inizio che avevo a che fare con dei puro sangue, per cui mi fa piacere che in poco tempo abbiano fatto vedere a tutti da subito quello che è il loro carattere, le loro qualità. Ci sono stati momenti difficili ma secondo me e questo scudetto se avvenisse è qualcosa che esce dagli schemi. C’è ancora da fare quest’ultimo strappo che diventa la cosa più difficile, per cui si continua a fare come sempre abbiamo fatto»

TITOLARISSIMI
L’allenatore stasera dovrebbe confermare i titolarissimi con il dubbio Elmas che potrebbe sostituire in attacco Lozano, o giocare a centrocampo al posto di Zielinski. E a chi gli chiede del contratto da rinnovare, come auspica il presidente De Laurtentiis, glissa. «Ci sono ancora da fare altre belle cose prima di parlare del contratto. Quello per esempio di giocare queste partite qui, bene, di completare questo discorso perché ancora non è chiuso. Poi penseremo a festeggiare, se succedesse e poi a rimettersi in gioco domandandosi la stessa cosa di prima:sono in condizioni di poter dare quello che merita a questo pubblico? Debbo sempre fare i conti con me stesso. Il fatto di aver avuto la disponibilità, la necessità di lavorarci a testa bassa dentro, è per me ciò che mi ripaga. Vincere uno scudetto a Napoli sarebbe un super lusso che da un punto di vista sportivo mi farà stare comodo in qualsiasi posizione». L’allenatore poi guarda indietro e ricorda il primo approccio con il Napoli. «Ho detto di sì per vincere e basta, perché per quello che hanno visto con Sarri, Benitez e Ancelotti cosa vengo a fare? Per portare a casa lo stipendio? Ce l’ho già la bistecca, sono fortunatissimo. Non sono venuto per rotolare le giornate, l’unica scappatoia era vincere». Non ha peli sulla lingua, Spalletti. «L’anno corso per essere arrivato terzo mi avete attaccato gli striscioni di andare via e tutt’ora ci sono critiche e sovra critiche che è anche corretto perché per non avere critiche bisogna non fare questo lavoro. Anche se bisognerebbe chiedersi se questi che criticano e si divertono a farlo tengono al Napoli».

ULTIMA FRECCIATA
Un’ultima frecciata per uno spirito sanguigno come il mister toscano che stasera è pronto a festeggiare il suo primo scudetto da tecnico. La squadra poi resterà ad Udine in caso di conquista del titolo. Per tornare in città soltanto venerdì. Questioni di ordine pubblico nei confronti di una piazza che è pronta a celebrare un titolo che manca da 33 anni per chissà quanti giorni.

 

Roberto Gualtieri, il giallo della bionda allo stadio

Perché perché la domenica mi lasci sempre sola per andare a vedere la partita di pallone?, cantava Rita Pavone. Sembra un secolo fa visto che oggimogli, fidanzate, amanti e amiche affollano ogni settimana tribune vip e spalti. Insomma, allo stadio ci vanno pure loro, poi se interessate al calcio o a controllare il partner non si sa.

 

Galeotto fu lo stadio Olimpico per Francesco Totti e Noemi Bocchi quando ormai il matrimonio con Ilary era finito, e ora altri scatti mostrano il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, tifosissimo della Maggica, accanto a una bionda misteriosa e, nella fila davanti, proprio Totti e Daniele De Rossi che parlano fitto. Una cosa è certa: la signora, finlandese, non è la moglie del sindaco, Valentina. La quale, a questo punto, potrebbe giustamente chiedere al marito: “Perché mi lasci sempre sola per andare a vedere la partita?”.

 

 

Alessandro Sallusti travolge il piddino in tv: "Ecco il piano della Meloni"

"Questo Governo scommette che togliendo il reddito di cittadinanza a chi può lavorare aumenta l'occupazione, chi non può lavorare continua a riceverlo": Alessandro Sallusti, ospite di Veronica Gentili a Controcorrente su Rete 4, fa chiarezza sul cosiddetto Dl Lavoro, che l'opposizione ha tanto criticato negli ultimi giorni. 

 

Diversa l'opinione di un altro ospite della trasmissione, il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, che ha detto: "Il Governo negli ultimi mesi ha banalizzato la povertà, non solo hanno fatto uno spezzatino del reddito di cittadinanza ma nel 2023 c'è un calo delle risorse per la povertà del 12%. Scelta rischiosa dal punto di vista sociale". A pensarla allo stesso modo Luca Sommi, pure lui in studio con la Gentili: "Viene colpita la fascia della povertà assoluta e relativa, a loro viene tolto il reddito di cittadinanza: non andranno più al discount ma alla Caritas".

 

Al di là degli attacchi delle opposizioni, però, i dati portati in studio dal deputato di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli parlano chiaro: "I dati occupazionali stanno andando bene. Tutti i mesi, grazie a una visione economica diversa e all'investimento che stiamo facendo sul lavoro, aumenta la curva dell'occupazione". Continuando a parlare del tanto chiacchierato provvedimento, poi, ha aggiunto: "Abbiamo scelto di diminuire la fiscalità del costo del lavoro e dare tutti i vantaggi al lavoratore. Stiamo facendo quello che il Pd prometteva senza riuscire a farlo".

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